“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è .”
(Paul Klee, 1920)
– Non so bene cosa susciti in me il desiderio di fotografare. Forse sono i ricordi, i pensieri, le cose, le sensazioni, che non hanno nulla a che fare con la fotografia in sé. Ci sono dei giorni che qualcosa mi spinge ad andare a caccia di immagini, forse perché, non sapendo usare colori e pennelli, sento che devo “dipingere” con l’obiettivo.
– Per me la fotografia è una vocazione, come pure è stata una vocazione studiare la vita di un lontanissimo passato e trasmettere conoscenza ai giovani. Sento la fotografia come un’operazione piena di magia, il cui significato può essere letto solo come si legge la natura in un ampio sistema dove interagiscono forme, colori e suoni.
– L’uomo, la natura, o molto spesso tutti e due assieme, hanno creato, inconsapevolmente, dei veri e propri capolavori di pittura. Quadri fantastici, meravigliosi, pieni di colori, di linee, di volumi che nessuno avrebbe mai conosciuto e che andrebbero perduti in modo irreparabile, se non mi fosse capitato di fissarli per sempre su un pezzetto di celluloide opportunamente “trattata” o su una schedina elettronica. L’immagine che “catturo” con la mia Canon, tuttavia, non avrebbe potuto durare a lungo, perché dopo una settimana, un giorno o un’ora non sarebbe stata più quella. La sua vita è spesso breve, anzi brevissima e, se non si coglie l’attimo fuggente, è perduto per sempre. I miei quadri si possono in un certo senso paragonare a quei quadri “dimenticati” per molti anni nei magazzini delle pinacoteche o dei musei e che vengono portati alla luce dopo secoli di oblio.
– È stato detto che il ruolo dell’artista è, da sempre, quello di creare immagini. Io, invece, le immagini le trovo già pronte. Si tratta solo di vederle su di una superficie “informe” e senza apparente significato o in un grande spazio. È col mirino della mia Canon che decido quale sarà la parte da “catturare”. Nel momento in cui trovo un’immagine, dove la mia idea grafica si fonde con la rapsodia dei colori, allora la “rubo” e cerco di farla mia per sempre. Non so, quindi, come mi posso definire: un fotografo dilettante, un esploratore, un ladro di immagini oppure un “artista”. Decidete voi.